Phoebe Gloeckner – Diario di una ragazzina (Fernandel, 2006)
Molti leggendo questa recensione, potrebbero pensare “Ma che c’entra questo libro con il rock”? Io potrei rispondere: “C’entra, c’entra!”, semplicemente, lasciandovi il piacere della scoperta. Ma sarebbe troppo semplice e, nel caso di Phoebe Gloeckner, ingiusto.
In realtà Diario di una ragazzina (Fernandel, 2006), non è solo rock, ma punk rock allo stato puro. Anzi, pre-punk. Diario di una ragazzina narra le vicende di Minnie, adolescente inquieta e libertina di San Francisco e della sua difficile vita da bambina in un assurdo e quanto mai incomprensibile mondo di adulti.
Fanno da sfondo il rock e il glam di metà annisettanta, il Rocky Horror, i Grateful Dead, il disprezzo per i fricchettoni e la solitudine, di quelle toste, che sembrano ucciderti, come solo quella che si prova nell’adolescenza può fare. E poi non mancano le droghe sintetiche, l’alcol, e le mille angosce quotidiane sulla vita di adolescente sbagliata e – parte integrante e assolutamente agghiacciante del racconto – una storia d’amore con un patrigno viscido, alcolizzato e ottuso.
Phoebe Gloeckner non solo sa raccontare il disagio tipico di un’adolescente, ma filtra tutto attraverso le parole e le immagini, dice tutto ciò che non si dovrebbe dire e illustra quello che è lecito omettere: fumetti bellissimi e spiazzanti, che fanno da contraccolpo alle dure vicende vissute da Minnie, ma che fungono da collante per tutta la narrazione.
Se avete archiviato le favole di JT Leroy, Phoebe Gloeckner è la scrittrice destinata a prendere il suo posto. Anche perché non pretende di essere una una scrittrice, ma una timida e personalissima artista.
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