Lilith e i santi peccatori

8331fa1.jpgLilith and the Sinnersaints – The Black Lady and the Sinnersaints (Alpha South, 2008)

Annunciato da mesi, ecco il dischetto che segna il ritorno di Lilith, chanteuse dei Not Moving reduce dalla reunion “a tempo” (nel senso che saggiamente hanno fatto un tot di concerti per poi sciogliersi in gloria) della band e da una pausa sabbatica dalla propria carriera solista.

The Black Lady and the Sinnersaints non è un disco “facile” e immediato, come la miglior tradizione impone e insegna. Si tratta di una raccolta di brani (alcune cover, alcuni arrangiamenti di traditional, alcuni pezzi scritti in collaborazione… di tutto un po’) in forma di concept album, in cui l’aspetto emotivo e il mood sono fondamentali. Niente sgroppate punk-wave-blues alla Not Moving, quindi: è meglio essere chiari fin da subito.
Un valido termine di paragone, a livello di umore e sonorità, è Abnormals Anonymous, un misconosciuto album (del 1998) da brivido, firmato da un duo che si faceva chiamare Congo Norvell (ovvero il mitico Kid Congo Powers e la chanteuse Nora Norvell): nel lavoro di Lilith & co. le atmosfere sono dunque soffuse, scure, da bar fumoso e da whiskey invecchiato per bene. A volte si fanno puntatine nel cow-punk (la rendition di “Pretty Face”!), altre nel quasi-spoken word, altre ancora in un suggestivo mish-mash di folk/blues/dark/roots viscerale… una specie di viaggio interiore tra pieghe non troppo illuminate dell’essere.

Se poi ancora non siete convinti, leggete la lista degli ospiti e dei collaboratori: da Tav Falco all’inossidabile Tony Face, da Dome La Muerte al Santo Niente… ma andate a scoprirli da voi, che è meglio.

PS: date ovviamente una bella lettura al ricco booklet, che è in pratica un racconto di Davide Sapienza.