Giöbia – Hard Stories (Jestrai/Area Pirata, 2010)
Durissimo trovare un attacco non troppo scontato per parlare di questi Giöbia, da Milano (zona Navigli, come tengono a precisare nel loro MySpace). Diciamo che sono, forse, una delle band più interessanti che io abbia sentito da anni, a livello di garage e derivati e insomma… scusate se è poco.
I Giöbia sono di ispirazione indiscutibilmente Sixties-garage, ok. Quindi pensate a ciò che questo concetto vi fa immediatamente venire in mente: così avrete visualizzato l’esatto opposto di quanto potete aspettarvi da Hard Stories.
Esatto: niente organetti con le solite tre linee da Famiglia Addams, niente giri in la-sol-do-re, niente cantati da finto teenager del Midwest de noantri che per una copia di Le Ore ammazzerebbe la famiglia (nonna paralitica compresa), niente canzoni che sembrano cover ma sono solo scopiazzate o uguali ad altre di 40 anni fa… insomma, si è capita l’antifona?
Quello che troverete invece, in questo cd, è una massiccia dose di Sixties garage allucinato e minaccioso; l’immagine che mi sovviene, per tentare di descrivervi il sound, è una sorta di demenziale ibrido tra gli episodi più psichedelici degli Stones, i Count Five migliori, intermezzi che ricordano un album dei Morlocks suonato a 16 rpm anzichè a 33, una jam session tra Roky Erickson e Brian Jones e – vogliamo esagerare? Sì – sprazzi dei Brian Jonestown Massacre più vintage e drogati.
Grande band, grande disco. Spero di vederli presto dal vivo. Voi, intanto, comprate il cd… male non vi farà.
tony
/ aprile 13, 2010Lo sto ascoltando ed è eccellente !
Supewr psych senza essere retrò. C’erano riusciti solo a sprazzi i primi Horrors.
Ma sono anni che i Giobia sono in giro e già avevo ascoltato cose più che ottime.
Giöbia
/ aprile 18, 2010Grazie onorati per la bella recensione.