RnR Terrorists – Stolen Blues (Bubca, 2009)
Questa è facile. Potrei scrivere soltanto: “Ordinate questo cd e basta. Ci sono cose che si devono fare senza discutere o pensare”. Ma, oggettivamente, non sarebbe un gran servizio per chi legge, né per la band e l’etichetta – quindi mi toccherà cercare di farvi capire quello che in realtà in meno d’un minuto di ascolto sarebbe chiarissimo già da sé.
Iniziamo col dire che si tratta di una delle ultime uscite, in odine cronologico, della Bubca Records (che già conoscete): in sé una notevole garanzia. Avevo poi avuto modo di sentirli all’opera e in sede di intervista in una puntata di La cantina del rock (la potete scaricare QUI), rimanendo decisamente colpito… e il cd dei RnR Terrorists appena recapitatomi conferma tutte le buone impressioni, senza ombra di dubbio.
Questa è la musica del diavolo dopo essere stata trafugata dal guardaroba dell’Inferno e violentata a dovere con l’attitudine più punk e diy mai concepita da essere umano.
Trafugata, sì, perché questi 12 brani sono esattamente stati “rubati, storpiati e condivisi” – lo recitano le liner notes del cd.
Una cover band dunque? Nemmeno per sogno… non diciamo idiozie. Qui si ruba, si reinterpreta, si scrosta via lo scrostabile, si bluesa e si punkizza senza pietà.
Il risultato è un blues-punk lo-fi molto anni Novanta che ricorda le migliori cose della Crypt, Goner e progenie terroristica similare: niente Sixties revival o punk’n’roll, dunque, ma tonnellate di tradizione (da intendere in senso lato… si passa da Robert Johnson a DM Bob & The Deficits, da Billy Childish ai Discharge, per capirci) e attitudine.
Bello davvero, Stolen Blues.
Talmente lo-fi da essere un manifesto artistico.
Talmente sanguigno da farmi incazzare (perché dopo averlo ascoltato non posso prendere chitarra e ampli e andare in sala prove a far saltare corde e coni).
Ma soprattutto, talmente giusto da non meritare troppe parole, che diventano subito superflue e ridondanti.
Chiudo con una citazione magistrale, ancora presa dal foglietto del cd: […] cover o non cover è un falso problema (che storicamente nel blues non è mai esistito). Il problema è non scimmiottare atteggiamenti e pose e dar voce e corpo ai blues che ci ossessionano. Come diceva il grande bluesman GG Allin: “Expose yourself”.
Ite, missa est.
Alegiust
/ febbraio 24, 2010QUESTO DISCO é UN MUST HAVE UN ISTANT CLASSIC.
Se vuoi blues-punk-rockandroll qui lo trovi servito.
Rimasi stordito e felice dopo il primo ascolto e mi dissi…….e sono italiani sti qua……..fantastico !