Agony Way – For Rent (Wynona Digital, 2009)
Gli Agony Way sono una band di Torino che fa del pop-punk-rock moderno. Musicalmente non appartengono alla categoria degli innovatori, viaggiano infatti sull’autostrada molto trafficata di gruppi come Blink 182, Offspring e i primi Green Day – e cioè quel tipo di musica che ha sdoganato, in qualche modo, il riff e il ritmo punkeggiante, facendolo diventare di moda anche presso la massa di giovani benpensanti e i figli/e di papà (in alcuni casi fece buttare via dalle camere di ragazzine carine i poster delle più laide boyband fine anni Novanta).
Il loro secondo EP – For Rent – mostra una produzione sopraffina, degna di produttori americani, e qualità tecniche superiori alla media (un batterista dal doppio pedale o la doppia cassa davvero rovente e precisa, e un cantante che adopera l’inglese in maniera convincente).
Tutti i pezzi hanno una struttura precisa, una ritmica consistente e anche ritornelli che non faticano a restare in testa, insomma un’interpretazione convincente della materia che portano all’esame. Tra i brani degni di nota l’apertura di “The Quick Brown Fox” che mi ha ricordato, almeno nei primi 20 secondi, i “Down By Law” di Blue, e “Dunzo”, un pezzo vagamente alla Bad Religion.
Proprio questa lieve assonanza mi ha fatto pensare che gli “Agony Way” potrebbero presto trovarsi di fronte a una difficile scelta stilistica: sviluppare ancor di più l’anima pop dei propri pezzi per diventare una versione italiana dei Good Charlotte o dei Simple Plan (rabbrividisco al solo pensiero), oppure tentare la difficile strada irta e piena di pericoli che conduce al vero Punk Rock, meno melodico e più aspro, potendo sfruttare la buona capacità tecnica della band per diventare cattivi al punto giusto.
Certo, fossero nati a San Diego invece che a Torino probabilmente avrebbero molte più chance di farcela, indipendentemente dalla direzione che in futuro prenderanno. Mi auguro solo di non vederli a Sanremo a duettare con i Finley, ma tutti i gusti sono gusti, si sa…
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